Il 28 Ottobre, presso i locali di GRID RURAL HUB – Frosinone, la Cooperativa ELP ha organizzato il primo degli appuntamenti pubblici di rilievo regionale su una tematica centrale oggi, quanto cruciale per la definizione del prossimo P.S.R. : l’ assistenza tecnica.

L’appuntamento non rappresenta solo un seminario divulgativo ma l’opportunità di porre a confronto illustri rappresentanti della governance regionale in ambito agricolo, tra cui il direttore generale M. Lasagna ed il dirigente regionale R. Aleandri con una realtà spuria ma in grado di praticare territori e mettere a sistema oltre 3500 aziende in un confronto dialettico, rafforzato dalla presenza del dott. R. Oliviero, referente ISMEA per l’assistenza tecnica, che va oltre l’appuntamento episodico poiché riconosce ai dirigenti regionali la capacità e la volontà di confrontarsi su temi e prospettive aldilà dei ruoli, le lobby e gli interessi particolari.
Le
agricolture e la ruralità rappresentano quel “vecchio zio” eccessivamente
dimenticato (la parola agricoltura non è mai presente nella nostra
costituzione… per non parlare di quella lettura negativa che è insita nella
cultura sviluppista del nostro Paese) che ci lascia un ingente patrimonio.
Un
patrimonio che ha già – paradossalmente – una riconoscibilità ed un riscontro
globale: il made in Italy. Una ricchezza ed una forza attrattiva che non conosce
confini, che fa della qualità e della “sfumatura” il proprio punto di forza. Ma
questa forza passa attraverso la capacità “di mantenere” alto il livello
qualitativo dell’offerta, soprattutto in prossimità di quel mercato globale che
Roma rappresenta.
E
questo dato, rapportato alla parcellizzazione e particolarità della dimensione
agricola laziale, piena di eccellenze ma schiacciata in un ruolo
fisiologicamente subalterno, richiede una crescita del “sistema rurale” che non
può prescindere da un investimento sostanziale ed impattante sul capitale
umano.
Tutto
ciò richiede formazione ed assistenza alle aziende. Ed è proprio attraverso
l’assistenza e la consulenza – ossia attraverso uno strumento fornito dal PSR
Lazio – che passano scelte strategiche e cruciali per il comparto
agro-alimentare.
La pianificazione di una strategia “sistemica” in grado di rilanciare l’agricoltura laziale passa attraverso una scelta: o si investe su chi è perno di questa realtà (gli imprenditori) o si sceglie di affossarli e lasciare spazio ad altri poteri.
La Regine Lazio ha scelto di investire fortemente sul capitale umano attraverso l’assistenza tecnica e la formazione.
La
misura promuove l’impiego di servizi di consulenza da parte degli agricoltori
che si insediano per la prima volta e altri gestori del territorio, per
migliorare la performance economica e ambientale dell’azienda e dell’impresa
agricola.
L’obiettivo
della Misura è di favorire e sostenere un sistema di consulenza nell’ambito
dello sviluppo rurale che coordini il raggiungimento degli obiettivi di tutti
gli interventi alle 6 priorità della Regione Lazio.
Con
particolare riguardo agli obiettivi trasversali: introduzione di innovazioni di
processo, miglioramenti strutturali ed organizzativi, volti all’emergenza
ambientale ed al problema acqua. Ricordiamo che l’Italia è tra i 18 paesi
(rispetto ai 28 membri dell’U.E.) che aver optato per l’apertura della misura
sull’assistenza tecnica; il Lazio, a sua volta, ha scelto di considerare tale
azione uno degli architravi della propria strategia di sviluppo rurale.
Anzi il LAZIO ha postato sulla Misura ben €12.671.000, scelta IMPORTANTISSIMA e VALIDA.
La
scelta di postare l’1,6% del proprio PSR – rispetto alla media dello 0,3% degli
altri 17 Paesi che hanno inserito la misura – sulla consulenza fa emergere con
forza una necessità strutturale: investire sul know–how e sulla crescita del
sapere diffuso come elemento imprescindibile per rilanciare l’agricoltura del
Lazio in termini competitivi.
É
finito il tempo della sola innovazione tecnica e top down (che negli ultimi 60
anni attraverso un continuo apporto del fattore tecnologico ha permesso di
colmare gap produttivi ed aumentare la quantità), oggi è necessario investire
sulla qualità. Soprattutto in Italia, soprattutto nel Lazio. E non può esserci
qualità se non c’è conoscenza. Da qui la necessità di investire su formazione
ed assistenza tecnica.
Una
assistenza tecnica che si configura, oggi, come uno strumento dirimente non
solo per incrementare il livello delle prestazioni produttive aziendali e
ridurre gli impatti in termini di consumi (efficientamento e riduzione degli
impatti ambientali) ma anche per sostenere la gestione aziendale e l’erogazione
dei servizi. Tante volte, operando sul territorio abbiamo riscontrato lacune
preoccupanti nella capacità, da parte delle aziende, di elaborare piani e
strategie di marketing, ad esempio, o più semplicemente di utilizzare il mezzo
informatico come una risorsa determinante nell’incremento dei redditi
aziendali.
L’assistenza
tecnica, se utilizzata in modo accorto e vicino alle necessità contingenti
delle imprese agricole è uno strumento potente ed un presupposto fondamentale
alla crescita del tessuto imprenditoriale agricolo in termini sistemici. In tal
senso, risulta ancor più evidente l’importanza di una assistenza tecnica
focalizzata sulle esigenze territoriali (approfondita conoscenza territoriale
del contesto regionale), soprattutto per il tessuto imprenditoriale delle aree
marginali, caratterizzato da piccole superfici e conduzione a carattere
familiare. Questo perché attraverso una lettura territoriale è possibile
declinare l’assistenza in termini di “sviluppo” sistemico di contesti
sub-regionali, volto a sostenere una agricoltura al centro di una ruralità
fatta di servizi, turismo e produzioni di qualità (seppur quantitativamente
poco significative).
Per
questa ragione – e alla luce del lavoro sviluppato negli ultimi anni,
caratterizzato da un rapporto continuativo e costruttivo con i vari contesti
rurali regionali e con diverse tipologie di imprenditori agricoli – crediamo
utile avviare un processo di “capitalizzazione” dei rapporti
costruiti attraverso progettualità strategiche immaginate a partire dalle
esigenze del tessuto imprenditoriale agricolo regionale per dare un impatto
d’area. Pertanto come ELP, ma a nome della composita e plurale rete che già da
mesi si sta incontrando e sta studiando in termini territoriali e di filiera le
migliori scelte per delineare una progettualità che risponda ad esigenze cogenti
e, contestualmente, sia in grado di declinare risposte “sistemiche per problemi
importanti chiediamo che la Regione pubblichi al più presto questo bando,
confermando la centralità dell’assistenza tecnica nell’ambito dell’impalcatura
complessiva del PSR.
Per
questi motivi dall’11 Novembre, la Cooperativa E.L.P. ha pianificato l’avvio di
un “tour” dell’assistenza tecnica, andando a sottolineare, territorio
per territorio, quelle che sono le potenzialità espresse dalla misura 2.1. Ciò
grazie ad una postazione territoriale volta a coniugare esigenze aziendali e
lettura strategica declinata sui territori, alla luce di un rinnovato rapporto
strategico tra programmazione e misure di sostegno e ruralità regionale. Per
questo la nostra cooperativa, già da mesi ha avuto un processo di analisi,
condivisione e studio con i principali stakeholder regionali per declinare la
misura 2.1 in termini di strategia di impatto ed efficienza. Ed è proprio
partendo da questa logica di costruzione “dal basso” e di definizione di strategia
partendo territori che abbiano deciso impostare un percorso dinamico e
partecipativo che vuole partire dalle esigenze dei territori.
Inoltre,
visto che siamo prossimi alla chiusura di tutta la programmazione, sarebbe
fondamentale utilizzare questo Bando e l’azione di monitoraggio ad esso
implicitamente connessa per far emergere criticità e argomentazioni che
caratterizzano la nostra agricoltura e ruralità, strumento quanto mai utile per
declinare in termini immanenti e reali la nuova progettazione.
La
cooperativa ELP, a seguito dei diversi incontri sviluppati con le
Organizzazioni Professionali e con vari Enti Regionali e Nazionali (sia
collettivamente sia attraverso focus specifici) sta facendo emergere con forza
la necessità di fare in modo che l’IVA non sia un costo a carico dell’azienda.
E questa suggestione da noi praticata non solo ha riscosso ovunque consenso, ma
è divenuta elemento di confronto e di proposta da parte di numerosi soggetti e
delle principali associazioni di categoria.
Nei
vari appuntamenti, infatti, è emerso in modo chiaro come l’assistenza tecnica
non può e non deve essere immaginata e declinata come una misura ad
investimento. Non è l’interesse di uno ma una crescita individuale volta a
costruire un “sistema ci conoscenze saperi in grado di affrontare in termini
competitivi il mercato”.